(Marco De Lazzari) La
Corte Federale sconfessa la Commissione
Giudicante dando un colpo di spugna,
resta da vedere se ed eventualmente
quanto decisivo, alle speranze della
Reyer di salire a tavolino in serie A.
Doccia fredda, a dir poco, ieri
pomeriggio a Roma per la società
orogranata, stoppata dalla Corte
Federale che «ha accolto il ricorso
proposto dalla Bancatercas Teramo Basket
- recita la breve nota sul sito della
Federbasket - avverso la decisione della
Commissione Giudicante Nazionale dello
scorso 28 giugno».
In pratica l'organo giuridico
sovrastante in seno alla Fip, la Corte
Federale appunto, ha cancellato la
decisione della Giudicante che aveva
ritenuto di togliere il divieto della
Reyer (in quanto seconda classificata
del campionato di Legadue 2010/11) a
presentare domanda d'iscrizione in serie
A.
Una decisione apparentemente pesante e
che sembrava lasciare pochi margini di
«rimonta» al Teramo Basket. Al contrario
alla società abruzzese è bastato far
leva su un parere del Consiglio Federale
dell'11 giugno scorso, nel quale si
valutava regolare il pagamento dei 600
mila euro del «premio di risultato»
(wild card) entro il 10 giugno.
La Reyer - che pure in primo grado era
riuscita a dimostrare che Teramo avrebbe
dovuto pagare entro il 3 giugno e non
solo il 10 - rimane comprensibilmente di
sasso dopo aver già pregustato di poter
giocare nella prossima stagione assieme
alle big del basket nostrano.
«Se sono sorpreso? Dico solo che la
decisione della Corte Federale - le
uniche parole del ds orogranata Federico
Casarin - è ben diversa da quella della
Commissione Giudicante. Attendiamo di
conoscere le motivazioni dopodiché ci
muoveremo di conseguenza».
Nessuna anticipazione quindi
sull'eventuale (ma quasi certamente
scontato, a meno di un ulteriore
ribaltone da parte del Consiglio
Federale di sabato 16 luglio) ricorso da
parte della Reyer all'Alta Corte del
Coni, terzo e ultimo grado di giustizia
sportiva.
In caso di sentenza negativa il
presidente Luigi Brugnaro potrebbe
impugnare il tutto rivolgendosi alla
Magistratura ordinaria, fino al Tar e al
Consiglio di Stato, con conseguente
rischio di «blocco» dei campionati.
La partita a colpi di carte bollate
insomma non è certo finita qui.