PADOVA. Per
il tecnico si è trattato di una «discussione pacata e
tranquilla», per la società di «un’incomprensione
sfociata in una scelta esagerata». Lo si definisca come
si vuole, fatto sta che l’addio di coach Giovanni Teso
al Basket Padova 1931 (Divisione Nazionale C) ha del
clamoroso. Il tecnico di Eraclea ha infatti rassegnato
le proprie dimissioni da allenatore della squadra alla
vigilia del debutto in campionato, domenica pomeriggio,
perso poi con Cavriago di misura (74-78).
«Non c’è stato alcun diverbio acceso, né ho
lasciato la squadra mezzora prima della gara - tiene a
precisare Teso, che era alla guida del neonato Padova
1931 da inizio estate - Si è trattato di una discussione
pacata e tranquilla che mi ha portato a prendere questa
decisione. E’ falso dire che ho abbandonato la squadra
prima della partita: la bagarre con la società è nata
sabato mattina e le dimissioni in giornata. Sono
dispiaciuto per come si è evoluta la situazione, anche
perché con questa squadra c’era un bel percorso di
crescita».
LA SOCIETA’. «Se una discussione serve a rovinare il
lavoro di tre mesi - commenta Cristiano Calore, ds del
Padova 1931 - allora forse Teso non ha ben chiaro cosa
significhino moralità sportiva e dignità». Calore non
nasconde le problematiche causate dalle dimissioni lampo
del tecnico: «Sono arrivate alle 18.30 di sabato. Ci ha
lasciato con cinque ore di tempo per trovare un altro
allenatore con tesserino nazionale». Domenica in
panchina si è seduto Roberto Bosello («ha dimostrato di
essere un signore», sottolinea Calore), ma la soluzione
tampone potrà durare solo un’altra settimana. Il vice di
Teso, Daniele Loriga, condurrà gli allenamenti ma non ha
la tessera per stare in panca.
LA VICENDA. Né società né tecnico entrano nel merito
della vicenda che ha innescato le dimissioni, ma le voci
si rincorrono e una versione dei fatti è già nota a
molti. Pare infatti che la società abbia avanzato (non
imposto) a Teso la possibilità di inserire a referto
Massimiliano Rubin, 18 anni, dirigente, giocatore (è
un’ala di 191 cm), factotum (in spogliatoio i compagni
lo chiamano «il presidente») e figlio di Paolo, lo
sponsor del progetto Padova 1931. Teso avrebbe letto
questa comunicazione come un affronto alla propria
libertà di allenatore. Voci corridoio vogliono che la
società abbia cercato di ricucire il rapporto con Teso.
«Se domani ritornasse in palestra saremmo contenti. Ma
il primo passo lo deve fare lui».
- Nicola
Cesaro