Mercoledì

26 Ottobre 2011

Edizione Nazionale

pag. 30

 Domani l’addio a Sic. Attesi in sessantamila


L’ARRIVO Il presidente del Coni Gianni Petrucci abbraccia Paolo Simoncelli, padre di Marco, all’arrivo del feretro ieri mattina a Fiumicino. Subito dopo, il trasferimento nella casa di Coria


CORIANO (RIMINI) - In tanti, probabilmente troppi, vogliono salutare Marco Simoncelli. Secondo la protezione civile per i funerali sono attese 60mila persone. Il piccolo paese sulla prima collina riminese dove SuperSic viveva con la famiglia «non può accoglierne più di 10mila», ha fatto sapere il Comune con la prefettura di Rimini e ha invitato tutti quelli che vorrano venire domani per i funerali a non salire a Coriano ma a deviare per Misano Adriatico dove, all'autodromo Santamonica, pista che Marco conosceva benissimo, sarà allestito un maxischermo per seguire la cerimonia funebre in aggiunta ai tre in allestimento a Coriano.
      La morte del giovane pilota che era difficile non trovare simpatico e che rischiava tanto ha colpito anche chi non seguiva le corse. A Coriano, riempita di 58, il suo numero, il pellegrinaggio è cominciato da subito per tanti piccoli omaggi individuali e oggi si prevede un arrivo massiccio per la camera ardente nel teatro comunale, vigilia dei funerali cui parteciperanno il suo amico Valentino Rossi e Alberto Tomba, altra gloria sportiva di questa terra. Sarà il vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, a celebrare le esequie, alle 15. 
      Non ci saranno fiori all'interno della chiesa di Santa Maria Assunta (a parte quelli appoggiati sul feretro) per la particolare collocazione della bara del campione, che sarà sistemata tra due moto: una verrà portata da Valentino Rossi, l'altra da Matteo Pasini. Durante la cerimonia canterà il coro parrocchiale di Coriano, anche se inizialmente pare che la famiglia avesse chiesto se c'era la possibilità che Vasco Rossi cantasse una canzone; permesso non accordato dalla Curia. Ma all'uscita del feretro sulle gradinate della chiesa verrà cantata una canzone del Blasco.
      «Credo che la famiglia sia orientata per la cremazione» ha detto il parroco don Egidio Brigliadori dopo un colloquio con i genitori di Sic.
      Il feretro è arrivato a Fiumicino all'alba. A riceverlo i vertici del Coni, compreso un commosso Petrucci, e della Federmoto e ad applaudirlo un centinaio di operatori dello scalo che hanno dedicato a Marco un lungo applauso.
      Poi la bara è partita per Coriano, dove è arrivata poco dopo mezzogiorno, con il padre Paolo a seguire il carro funebre dopo il triste viaggio dalla Malesia. Un padre che qualche ora più tardi, tenendo per mano la figlia Martina, è andato a ringraziare i carabinieri che avevano tutelato la privacy della famiglia già da domenica. Un padre che ha avuto la forza di parlare in più occasioni, anche se brevemente, con i giornalisti, con la voce vicina al pianto. «Era un guerriero, voleva vincere. Forse è morto anche per quello. Se lasciava la moto... Marco era così, un puro, uno sincero, magari con qualche parolaccia - ha detto - Stava tornando quello che aveva vinto il mondiale. Dicono che Dio chiama a sè i migliori, speriamo che sia così. Gli volevo bene, lui me ne voleva. Peccato, peccato...», ha concluso quasi in un sussurro.
      E ha avuto la forza anche per non fare polemiche di fronte alle immagini dei goffi soccorsi mostrati da un video amatoriale da Sepang: «Marco era già morto, ho provato a toccargli le mani per stimolarlo ma era già andato». E ha ringraziato tutti, a partire «dai ragazzi del circuito».