L’ARRIVO Il presidente del Coni Gianni
Petrucci abbraccia Paolo Simoncelli, padre di Marco,
all’arrivo del feretro ieri mattina a Fiumicino. Subito
dopo, il trasferimento nella casa di Coria
CORIANO (RIMINI) - In tanti,
probabilmente troppi, vogliono salutare Marco Simoncelli.
Secondo la protezione civile per i funerali sono attese
60mila persone. Il piccolo paese sulla prima collina
riminese dove SuperSic viveva con la famiglia «non può
accoglierne più di 10mila», ha fatto sapere il Comune
con la prefettura di Rimini e ha invitato tutti quelli
che vorrano venire domani per i funerali a non salire a
Coriano ma a deviare per Misano Adriatico dove,
all'autodromo Santamonica, pista che Marco conosceva
benissimo, sarà allestito un maxischermo per seguire la
cerimonia funebre in aggiunta ai tre in allestimento a
Coriano.
La morte del giovane pilota che era difficile non
trovare simpatico e che rischiava tanto ha colpito anche
chi non seguiva le corse. A Coriano, riempita di 58, il
suo numero, il pellegrinaggio è cominciato da subito per
tanti piccoli omaggi individuali e oggi si prevede un
arrivo massiccio per la camera ardente nel teatro
comunale, vigilia dei funerali cui parteciperanno il suo
amico Valentino Rossi e Alberto Tomba, altra gloria
sportiva di questa terra. Sarà il vescovo di Rimini,
monsignor Francesco Lambiasi, a celebrare le esequie,
alle 15.
Non ci saranno fiori all'interno della chiesa di
Santa Maria Assunta (a parte quelli appoggiati sul
feretro) per la particolare collocazione della bara del
campione, che sarà sistemata tra due moto: una verrà
portata da Valentino Rossi, l'altra da Matteo Pasini.
Durante la cerimonia canterà il coro parrocchiale di
Coriano, anche se inizialmente pare che la famiglia
avesse chiesto se c'era la possibilità che Vasco Rossi
cantasse una canzone; permesso non accordato dalla
Curia. Ma all'uscita del feretro sulle gradinate della
chiesa verrà cantata una canzone del Blasco.
«Credo che la famiglia sia orientata per la
cremazione» ha detto il parroco don Egidio Brigliadori
dopo un colloquio con i genitori di Sic.
Il feretro è arrivato a Fiumicino all'alba. A
riceverlo i vertici del Coni, compreso un commosso
Petrucci, e della Federmoto e ad applaudirlo un
centinaio di operatori dello scalo che hanno dedicato a
Marco un lungo applauso.
Poi la bara è partita per Coriano, dove è arrivata
poco dopo mezzogiorno, con il padre Paolo a seguire il
carro funebre dopo il triste viaggio dalla Malesia. Un
padre che qualche ora più tardi, tenendo per mano la
figlia Martina, è andato a ringraziare i carabinieri che
avevano tutelato la privacy della famiglia già da
domenica. Un padre che ha avuto la forza di parlare in
più occasioni, anche se brevemente, con i giornalisti,
con la voce vicina al pianto. «Era un guerriero, voleva
vincere. Forse è morto anche per quello. Se lasciava la
moto... Marco era così, un puro, uno sincero, magari con
qualche parolaccia - ha detto - Stava tornando quello
che aveva vinto il mondiale. Dicono che Dio chiama a sè
i migliori, speriamo che sia così. Gli volevo bene, lui
me ne voleva. Peccato, peccato...», ha concluso quasi in
un sussurro.
E ha avuto la forza anche per non fare polemiche
di fronte alle immagini dei goffi soccorsi mostrati da
un video amatoriale da Sepang: «Marco era già morto, ho
provato a toccargli le mani per stimolarlo ma era già
andato». E ha ringraziato tutti, a partire «dai ragazzi
del circuito».