Mercoledì 9 Novembre 2011
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NBA: altro no dei giocatori. Ma c'è un nuovo incontro Il sindacato rifiuta la proposta della lega chiedendo nuove trattative, ripartite alle 19 italiane. Alle 23 scade l'ultimatum imposto dai proprietari Adesso la situazione si fa critica, anche se Nba e sindacato sono tornati a vedersi dalle 19 italiane. Come da copione i giocatori hanno mandato un chiaro segnale al commissioner David Stern, rifiutando, con anticipo rispetto alla deadline (le 17 di oggi ora di New York, le 23 in Italia), l'ultima proposta dei proprietari. Al termine del meeting del sindacato Derek Fisher, infatti, ha rimandato al mittente l'offerta. "La nostra posizione è chiara - sostiene il Presidente dell'associazione giocatori -, non possiamo accettare l'attuale proposta dei proprietari. La riteniamo assolutamente inadeguata, però siamo disposti ad incontrarci e a continuare le negoziazioni". Secondo il sindacato l'ultima, e quella definitiva, almeno stando alle parole di Stern, offerta dei club sarebbe troppo penalizzante per i giocatori non tanto per quanto riguarda l'ormai celeberrima divisione del "Bri" (i proventi generati dalla Nba), ma per le variazioni proposte alla Salary Cap. Fonti vicine a Billy Hunter, infatti, dicono che il sindacato in questo momento sarebbe addirittura disposto ad accettare la divisione della "torta" 50-50, a patto però di avere concessioni sul tetto salariale. "L'attuale offerta che ci è stata proposta è inaccettabile - conferma Hunter - ma vogliamo continuare a negoziare e siamo disposti a compromessi". Il numero uno dei sindacato chiamerà Stern nella stamattina nella speranza di ottenere un meeting con i proprietari prima della fatidica deadline. "Ovviamente se Billy Hunter mi chiamerà non mi negherò, anche solo per rispetto nei suoi confronti - sostiene David Stern - però la nostra offerta non cambierà". AZZERAMENTO — Se non ci saranno ripensamenti da una parte o dall'altra nella serata di oggi i club ritireranno quella che definiscono la loro "offerta definitiva" e si ripartirà da zero, per la gioia dei 10-15 proprietari di squadre di secondo piano (incluso Michael Jordan, uno dei leader del movimento "anti concessioni" ai giocatori) che considerano l'offerta di Stern addirittura troppo generosa. Così si ritornerà a parlare di "hard cap" e soprattutto le percentuali di "Bri" scenderanno al 53-47 a favore dei proprietari, una linea naturalmente lontanissima dalle pretese dei sindacato.
DECERTIFICATION —
Gli agenti e i giocatori schierati a favore della "decertification"
(cioè dello scioglimento) del sindacato, intanto,
continuano a lavorare dietro le quinte e a spingere per
la votazione. In questo momento ci sarebbero almeno 200
giocatori disposti a firmare la petizione per arrivare
la dissoluzione del sindacato, un numero sufficiente per
raggiungere il quorum che costringerebbe quindi
l'associazione a una formale votazione sulla "decertification".
Un'opzione caldeggiata anche da diverse All Star, con
Paul Pierce in prima fila, che però per via dei tempi
tecnici porterebbe quasi sicuramente alla cancellazione
dell'intera stagione 2011-12. Il "no" del sindacato
adesso non sembra lasciare grandi spazi di manovra a
David Stern che stasera potrebbe addirittura cancellare
altre due settimane di regular season. A meno che il
buon senso non prevalga e le negoziazioni continuino.
Fino a questo momento però le due parti di buon senso ne
hanno mostrato decisamente poco.
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