BASKET Trovata l’intesa sul contratto, i proprietari insorgono contro il mercato delle big

Nba senza pace: è guerra sulle star


 

Sabato

10 Dicembre 2011

Edizione Nazionale

pag. 31

 

 

 

 

 

 

STELLE Kobe Bryant passa da terra: non giocherà a fianco di Chris Paul

Non c'è pace per la Nba: nemmeno il tempo di sorridere per la ripresa delle attività, dopo 23 settimane di braccio di ferro tra proprietari e giocatori, che è subito scoppiato un caso enorme. Che rischia di caratterizzare il precampionato, da qui fino al giorno di Natale, quando la stagione 2011-12 scatterà con quasi due mesi di ritardo, e con una regular season ridotta da 82 a 66 gare. 

Trovato l'accordo sul nuovo contratto collettivo decennale, si è aperto il mercato, ma lo scambio che avrebbe portato una superstar come Chris Paul dai New Orleans

 

CAUSA PAUL

Bloccato il trasferimento ai Lakers,

stop anche a Gasol

 

Hornets ai Los Angeles Lakers (che hanno inserito l'ex ct azzurro Ettore Messina all'interno dello staff tecnico) è stato annullato dal commissioner Nba David Stern. Una mossa senza precedenti, ma teoricamente possibile visto che la franchigia della Louisiana (in cui gioca anche Marco Belinelli) al momento è senza un proprietario. E ad amministrarla è direttamente la Lega. 
      Paul, oro olimpico a Pechino 2008 e miglior passatore della Lega, fra sei mesi andrà in scadenza con gli Hornets, e ha lasciato intendere che non rinnoverà. Per evitare di perderlo a zero, New Orleans lo ha messo sul mercato, ma l'ipotesi di vedere ai Lakers – accanto al numero uno della Lega, Kobe Bryant – un altro giocatore tra i primi 10 della Nba ha fatto arrabbiare i proprietari delle franchigie dei mercati più piccoli, stanchi di vedere le stelle ammassarsi a Los Angeles, Miami, New York oppure Dallas. Il fronte è capitanato da Dan Gilbert, boss dei Cleveland Cavs virtualmente spariti dalla cartina geografica dopo l'addio di LeBron James, andato a Miami. E così, per evitare che la stessa New Orleans rischi di sparire dalla cartina, Stern ha bloccato lo scambio, che avrebbe portato lo spagnolo Pau Gasol a Houston, e quattro giocatori (Odom, Martin, lo sloveno Dragic e l'argentino Scola) a New Orleans. 
      Accontentando le franchigie più piccole, Stern – che ha giustificato la scelta con “ragioni puramente cestistiche” - ha però fatto arrabbiare Lakers e Houston, oltre che lo stesso Paul, che forse già si immaginava accanto a Bryant e su Twitter si è limitato a commentare con uno “Wow”. Lakers, Rockets e la stessa dirigenza degli Hornets – squadra comunque destinata a perdere Paul, quindi meglio farlo ottenendo quattro giocatori in cambio - vogliono appellarsi alla decisione del gran capo Nba, spiegando che la Lega non può scegliere dove un determinato giocatore dovrà giocare. Chi riteneva finita la bufera, forse si è sbagliato.