Il
Natale ha salvato la Nba. Teoria ardita, ma
percorribile, considerando l'insistenza con cui la Lega
ha spinto per preservare i match del 25 dicembre, da
sempre una miniera d'oro per il basket a stelle e
strisce, un sistema da 4 miliardi di dollari di
fatturato annuo. E così, da ciliegina sulla torta del
calendario, il giorno di Natale è divenuto il punto di
partenza di un 2011-12 che scatta in ritardo a causa
della serrata, durata 23 settimane. Trovato l'accordo
sul contratto collettivo, la Nba vivrà una stagione
accorciata a 66 gare, invece di 82, aperta dalle
supersfide di domani: New York-Boston (ore 18,
SportItalia2), seguita alle 20.30 (SkySport2) dalla
rivincita dell'ultima finale Dallas-Miami, e alle 23
(SkySport2) dalla sfida tra i Los Angeles Lakers – con
l'ex ct azzurro Ettore Messina nello staff – e Chicago.
La sfida tra il re, Kobe Bryant, e l'mvp dell'ultima
stagione, Derrick Rose, anche se Bryant arriva alla
stagione senza sorriso: i suoi Lakers non sono tra i
favoriti per il titolo, e partono alle spalle di Dallas,
Miami, Chicago, forse Oklahoma City del capocannoniere
Kevin Durant e la rinnovata New York di Mike D'Antoni.
Bryant nel giro di una settimana è
stato al centro di tre situazioni negative. I suoi Los
Angeles Lakers hanno dovuto rinunciare all'arrivo di
Chris Paul, dato che New Orleans (senza proprietario)
oggi è gestita direttamente dal commissioner David
Stern, che ha voluto evitare la “riunione” di giocatori
cinque stelle nelle squadre più competitive. Per questo
Paul, miglior passatore Nba, è finito ai parenti poveri
di Los Angeles, i Clippers. Che con il nuovo regista
hanno subito bastonato i Lakers in precampionato. In una
delle due gare, Bryant si è infortunato al polso destro
(rottura di un legamento), ma Kobe stringerà i denti e
domani sarà in campo per la prima dei Lakers di Mike
Brown, visto che coach Phil Jackson ha dato l'addio dopo
11 titoli vinti. In settimana, poi, la moglie di Bryant,
Vanessa, ha avviato le pratiche per il divorzio,
dicendosi stanca dell'infedeltà del marito. Accusato di
scappatelle con 105 donne. Per Bryant, il divorzio
potrebbe costare 75 milioni di dollari, metà del
patrimonio personale.
Lunedi sarà invece la volta degli
italiani. Andrea Bargnani (Toronto, dove c'è anche il
vice presidente ex Treviso Maurizio Gherardini) vuole
confermare l'ultima annata ad oltre 21 punti di media.
Come Bargnani per i canadesi, anche Danilo Gallinari –
reduce dalla parentesi a Milano - è ormai
l'uomo-franchigia dei Denver Nuggets, non a caso ha
chiuso il precampionato con 23 punti segnati contro
Phoenix. A New Orleans, infine, Marco Belinelli è
“orfano” di Chris Paul, amico ancora prima che compagno
di reparto. Per Beli è un anno chiave: a fine stagione
sarà in scadenza, e si gioca il contratto più importante
della carriera Nba.
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