Il mondo del basket maschile padovano si
lascia alle spalle il 2011, con la netta sensazione che
sia stato il proprio «annus horribilis». In altre
occasioni vi era stato un declassamento successivo a
retrocessioni o a ridimensionamenti di budget e
programmi (Fracasso Virtus, Floor Petrarca, Acqua £
Sapone Patavium), ma sempre era subito emersa una
società che raccoglieva testimone ed ambizioni.
Stavolta, dopo la sparizione della
Triveneta Gattamelata per le note vicende, il ricambio
non è avvenuto. Il massimo che la nostra provincia
esprime in questo momento è di schierare quattro
formazioni nella odierna serie C (che equivale alla
quinta divisione nazionale, è bene ricordarlo), nessuna
delle quali con prospettive di vertice; anzi sarà un
vero miracolo se si salveranno tutte a fine stagione.
La grave crisi economica ha avuto
un ruolo pesante in questa congiuntura, ma la sensazione
è che manchino idee, progetti, volontà di fare «fronte
comune» per il rilancio. Il fallimento del protocollo di
fusione della scorsa primavera fra Gattamelata, Petrarca
e Virtus ne è stata l'ennesima conferma.
Eppure queste capacità dirigenziali
e manageriali non mancano nella nostra provincia: basti
pensare alla splendida realtà di San Martino di Lupari,
che con lungimiranza e caparbietà ha mostrato come si
possa stare in serie A2, e addirittura coltivare
ambizioni da sogno.
Inoltre, se si considera il
movimento nel suo complesso, Padova è quasi una potenza
a livello nazionale: «Siamo fra le prime cinque realtà
italiane - dice il presidente provinciale della Fip,
Riccardo Guolo - con una novantina di società, 5mila
tesserati e circa 2500 partite disputate ogni anno.
Senza contare che abbiamo anche il minibasket (2-3mila
praticanti) ed un indotto che coinvolge direttamente
oltre diecimila persone. Il problema sta nell'incapacità
di esprimere una realtà di punta e i motivi sono tanti;
ma il movimento è vivo ed in crescita nonostante tutto».
Una delle contraddizioni più
evidenti sta nell'afflusso di pubblico alle partite: i
derby di serie D o fra formazioni delle giovanili
riempiono i palazzetti, mentre le gare di serie C
nazionale raccolgono spesso meno di 200 spettatori.
Dopo il fallimento del progetto
Gattamelata Roberto Bosello è fuori dalla mischia, ma si
è fatto un'opinione poco piacevole della situazione: «Le
nostre squadre di serie C vanno male, con l'eccezione di
Limena e faranno fatica a salvarsi; nella C regionale
abbiamo quattro squadre che vivacchiano a centro
classifica. Sponsor e sostenitori stanno fuggendo,
perché non ci sono più soldi; le prospettive per il 2012
sono pessime. Sento girare voci di possibili accordi o
acquisto di diritti, vedremo. Al momento non riesco
proprio ad essere ottimista».