Benetton, addio Europa. Quella di martedì
sera è stata l'ultima recita assoluta di una squadra di
basket con il marchio dei Colori Uniti cucito sulle
maglie. La fine di un'epoca, iniziata nella stagione
'89-'90 - fugace esperienza in Korac, con qualificazione
ottenuta grazie al quarto posto in campionato
dell'annata precedente.
Il commiato dei biancoverdi è stato
al contempo mesto e battagliero, un ossimoro che però
traduce bene l'eccitazione della battaglia sul parquet e
la tristezza di fine gara, anche per chi, come De
Nicolao e Cuccarolo, aveva appena ricevuto la fausta
notizia della prima convocazione in carriera nella
Nazionale maggiore. L'"animus pugnandi" non è mancato,
come abitudine con coach Djordjevic. Allo stesso modo,
gli errori, tattici e di stanchezza, sono stati
evidenti. «Chissà cosa sarebbe potuto accadere se
avessimo potuto godere di un giorno in più per preparare
la partita», domandava retoricamente a sirena suonata
l'allenatore serbo. Ma la storia non si scrive con le
ipotesi.
«Ci abbiamo creduto - ha ammesso
platealmente capitan Bulleri, mattatore sfortunato della
contesa - Volevamo passare il turno. Non ci siamo
riusciti e questo dispiace, al gruppo dello spogliatoio
ed ovviamente ai tifosi. E credo anche alla società, che
avrebbe tratto indubbio beneficio da altre due partite
in Europa che le avrebbero garantito ulteriore
visibilità.»
L'eliminazione, giunta per mano
della bestia nera Vilnius (per Treviso, 0-3 in EuroCup
contro i baltici) è difficile da digerire, specie
pensando alle opportunità sprecate. «Avremmo potuto
giocare meglio di quanto abbiamo fatto, non ho alcun
dubbio. Quindi una bella fetta di responsabilità è
nostra. L'incitamento del pubblico fa piacere, significa
che chi ci segue e ci sostiene ha compreso il grado
delle difficoltà che abbiamo dovuto affrontare. Però
questo non cambia il risultato.»
Il coach ha preannunciato
l'intenzione di resettare e ripartire immediatamente.
Dimenticare la Coppa per concentrarsi sul campionato.
«Sfumata un'occasione comunque
importante, non dimentichiamo che l'annata non è
conclusa ma resta ancora la serie A da disputare.
Domenica, contro Casale Monferrato, inaugureremo una
serie di quattro partite che determinerà i nostri
obiettivi, di qui a giugno. Ci sono tre opzioni, ovvero
lottare per l'ingresso nei playoff, essere risucchiati
dalla lotta salvezza oppure restare in un limbo, cioè
certi della permanenza nella massima serie ma senza
prospettive di post season. Ancora una volta, saremo
artefici del nostro destino».