BROETTO VIRTUS-PADOVA 1931
61-44
VIRTUS PADOVA: Sorgente 5, Taffara, Di
Marco 8, Guevarra, Romeres ne, Braggion 2, Zonta 4,
Mancini 17, Sabbadin 13, Pressanto 12. All. Benetollo (tl
14/20).
BASKET PADOVA: Marra 6, Valenti, Righetti 10, Crestani
11, Corradini, Sartori, Rubin 8, Fortunati 2, Lazzaro 4,
Cosentino 3. All. Tarquini (tl 6/14).
Arbitri: Menegalli di Grezzana e Soriano di Nogara.
Parziali: 15-6, 31-20, 41-28.
Note: spettatori 400. Antisportivo a Cosentino. Tiri da
3: Virtus 5/15, Padova 4/23. Rimbalzi: Virtus 48 (42+6),
Padova 26 (23+3).
La
voglia di riscatto virtussina prima di questo derby è
ben rappresentata dall’immagine di Sam Zonta, che
comincia il riscaldamento un’ora e mezza prima
dell’inizio della gara. Fra i peggiori in campo
all’andata (ma si è saputo poi che aveva giocato con la
febbre e condizioni fisiche precarie), il centro
neroverde è stato sabato sera fra i migliori nel trionfo
della Broetto al palazzetto di Rubano.
Una partita preparata benissimo da
coach Benetollo e interpretata a dovere dalla sua
squadra, cui l’innesto prenatalizio del play Matias Di
Marco ha decisamente cambiato faccia, dando più ordine e
brillantezza al gioco d’attacco. «Eravamo molto carichi
– conferma Maurizio Benetollo – per il bisogno di
rivincita, ma soprattutto per l’importanza del match in
funzione della classifica. Abbiamo giocato bene in
difesa, limitando Crestani e Corradini, e abbiamo vinto
la battaglia al rimbalzo».
La Virtus non ha tirato benissimo
(40 per cento da 2 e 33 per cento da 3), ma ha spazzato
via dai tabelloni gli avversari: il 48-28 al rimbalzo
dice di un dominio assoluto. Mancini e Sabbadin sono
stati i terminali decisivi per il quintetto neroverde,
ma anche Pressanto ha trovato alcuni canestri
importanti. Anche Braggion e Sorgente, quando chiamati
sul parquet, hanno dato un contributo efficace. In
questa grande vittoria si può trovare un unico neo: non
avere ribaltato il -18 dell’andata; ma ora c’è un +4 in
classifica ben più importante.
Sull’altra sponda qualche
attenuante per questa disfatta c’è (mancava Mussolin
scavigliato e Sartori ha giocato solo 7 minuti, non
essendo ancora pronto), ma queste giustificano le
difficoltà sotto le plance, non tutto il resto.
Al di là delle responsabilità
individuali (quella ormai cronica di Corradini su
tutte), ha stupito la totale mancanza di combattività
del Padova 1931. Da una squadra che deve lottare
disperatamente per salvarsi ci si aspetta un animo
diverso e una maggiore disponibilità al sacrificio.
Sul piano tattico Tarquini ha
sofferto la mancanza di un terminale sotto canestro; il
gioco non ha mai puntato il canestro e il tiro da fuori
è stato totalmente inefficace. Difensivamente Padova ha
tenuto, ma segnando 44 punti si perde con chiunque e si
retrocede senza passare dal via. Con il recupero del 17
marzo i biancorossi devono giocare ancora sei partite;
l’ultima giornata riposeranno, con tutti i cattivi
pensieri che questo fatto comporta.