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Lunedì

2 Luglio 2012

Edizione Padova

pag. 17

 

 

IL PROTAGONISTA Dopo 4 stagioni con la Broetto in Divisione nazionale C spicca il volo

Sabbadin. 21 anni e una nuova vita

«Giocare a pallacanestro era un mio sogno fin da piccolo. Ora confido in una ulteriore opportunità di crescita »


(Filippo Sabbadin al grande salto. Dopo quattro stagioni in Divisione nazionale C con la Broetto Virtus - le ultime due da protagonista - spicca il volo per il grande basket: quello della Divisione nazionale A, la terza serie nazionale; categoria in cui, l'ala ventunenne di 1.98, può giocare due anni "da giovane".
«Diventare un giocatore di basket era un mio sogno fin da piccolo. Dopo avere anteposto famiglia, affetti e studio, penso sia giusto provarci fino in fondo. Questi anni nella prima squadra Virtus, dove sono cresciuto, sono stati fondamentali: all'inizio è stato difficile adattarsi, per il cambio di mentalità rispetto al settore giovanile; l'anno scorso avevo preso fiducia nei miei mezzi e in questa stagione mi sono sentito finalmente a mio agio. Ora confido in un'ulteriore opportunità di crescita».
La prima, concreta, già materializzata: a Lucca, società neopromossa, ma con struttura solida e progetto ambizioso. È stato convocato, insieme ad altri giovani tra cui il padovano Marco Lazzaro (entrambi agli ordini del coach Roberto Russo nella SLU22 di Castelfranco Veneto vinta dal "Viva Team"), per due giorni di allenamenti. Soluzione ottimale, vista la vicinanza, che gli consentirebbe di proseguire gli studi di Giurisprudenza. E altre soluzioni alternative paiono già nel taccuino del suo procuratore (Andrea Ricci).
Intanto Sabbadin si tiene in forma con la Virtus negli allenamenti diretti da Massimo Friso. Oltre ai tanti giocatori testati, anche padovani che il salto lo hanno già fatto: Andreaus, Demartinià «Questa resta la mia casa. Qui sono cresciuto, e lo rivendico con orgoglio rispetto ad altri giovani che già da anni fanno la spola, come prodotto virtussino; società non piccola, anche se non ancora all'altezza di serie superiori, ma che dà possibilità di crescere. Soprattutto Davide (Andreaus ndr), un amico con cui al mattino andiamo a tirare in via Tadi, è un modello di attitudine e passione per il lavoro: sempre lì fisso sull'obiettivo per migliorare, senza mai stancarsi. Ora che deve recuperare da un infortunio anzi, lavora se possibile perfino il doppio».
«Che Filippo vada in A Dilettanti - spiega Massimo Caiolo, diesse neroverde - per la nostra società è un motivo di orgoglio; gli auguriamo ogni bene. Al tempo stesso, però, c'è rammarico: si tratta dell'ennesimo padovano costretto ad andare via per potere giocare a certi livelli. Non perderò occasione per ribadirlo: Padova merita di più, ma ci vuole un progetto e la convinzione da parte di tutti. La nostra scelta di riportare Massimo Friso alla guida, dopo che era via da quasi vent'anni, va proprio in questa direzione».