Mercoledì

20 Giugno 2012

Sezione Padova

 

 

Sparisce la Benetton Nessun acquirente

Zago si defila e Pittis annuncia: «Così non si fa più nulla»


di Silvano Focarelli

TREVISO. Ore 11.51 di lunedì 18 giugno: Bruno Zago telefona a Claudio Coldebella, comunicandogli che, per “motivi suoi”, ha deciso di ritirarsi dal consorzio Universo Treviso. In quel preciso momento al vice presidente della ex Benetton Basket si è spalancato il pavimento del suo ufficio. Una secchiata d’acqua gelata, anzi diciamo pure che questo, dopo quello della Sisley Volley, è il certificato di morte anche della Pallacanestro Treviso, anche se sarà ufficiale solo dopo il 30 giugno. L’ultimissima speranza è che qualcuno, come spieghiamo a parte, nel frattempo non accetti di prendere il posto di Zago, non tanto o non solo dal lato finanziario, quanto da quello di “assunzione di responsabilità”.

La ferale notizia è stata data da Riccardo Pittis ieri in conferenza stampa alla Ghirada, 24 ore dopo la telefonata di Zago: un sorriso che più amaro non si può per scandire bene parole pesanti come macigni. «Non possiamo, purtroppo, che prendere atto della decisione del signor Zago. Fino all’altro giorno avevamo la speranza di concretizzare quello che ritenevamo, e riteniamo tuttora, un miracolo, cioè aver raccolto in meno di tre mesi un milione e 40 mila euro, frutto della fiducia di 67 aziende. Che però non bastano. C’era sì la possibilità di avere uno sponsor di maglia, probabilmente nel 2013, e in piedi c’era anche una trattativa con un azionista estero, magari con condizioni faticose da accettare. Ma Zago era il nostro indispensabile punto di riferimento. Non so, forse abbiamo frainteso alcune situazioni».

Lanciando lo slogan “Io ci sono”, con il tuo ottimismo eri il primo a crederci. E ora? «Ora in me ci sono amarezza e tristezza. E speranza, almeno fino al 30 giugno: io ai miracoli ci credo. Oggi devo ammettere che c’è il consorzio, ma non tutto il resto. Chiaro che lo sforzo fatto finora resta, e vederlo vanificato tutto sommato è il male minore: l’abbiamo fatto con amore e dunque tanto faticoso non lo è stato. Il dramma è che l’ipotesi di sparizione della Pallacanestro Treviso è molto concreta. Non resta che sperare in un altro miracolo. Immagino che tutti i tifosi che in questi anni venivano al Palaverde non saranno molto felici di passare la domenica a spasso o nei centri commerciali: mi unisco al loro scoramento. Io, fossi qualcuno che non sono, un’ultima riflessione la farei. Abbiamo una decina di giorni perché uno, o più di uno, si metta la mano sul cuore».

A Varese ci riuscirono: a Treviso cosa è mancato? «Il tempo e un supporto importante: Universo Treviso in 90 giorni ha raccolto quanto Varese in un anno. L’unica certezza è che non abbiamo rimpianti, è stato fatto l’impossibile, ma non dipendeva solo da noi».

Coldebella si sente deluso anche come trevigiano. «Non è certo una bella immagine per il nostro territorio: avete visto che in questi mesi è stato fatto di tutto e di più e fino a dove eravamo arrivati. Adesso mi sento solo di ringraziare tutti coloro che si erano impegnati per questo progetto. Ribadisco che a questo punto non si tratta di impegno economico, ma di prendersi la responsabilità di guidare il progetto».